01. Scegli

Sei tu che scegli che valore darti,
se non credi in te stesso non lo faranno gli altri.
Sei a modo tuo speciale.
Benvenuto nella giungla,
dove se non sei disposto a rischiare,
non potrai ottenere mai nulla.
Temi la tua ombra, o il tuo potenziale?

Scegli,
scegli.
Scegli chi vuoi diventare e a cosa rinunciare.

Abbi cura di te, è così triste,
molta gente non vive, ma esiste.
Se ti tuffi nel tuo abisso, avrai le vertigini,
quello che cerchi è già dentro di te,
raggiungi l’infinito spingendoti,
oltre i tuoi limiti, per esprimerti.

Scegli,
scegli.
Scegli chi vuoi diventare e a cosa rinunciare.
Scegli.

C’è luce nel buio,
ma non è un miracolo,
senza ombra di dubbio,
la paura è un ostacolo.
Diventa quello che sei, rialza lo sguardo.
Diventa quello che sei, taglia il traguardo.

 

Diego Zanatta: voce
Paolo Antonini: cori
Massimo Pinarello: piano e hammond
Muzio Guaragno: basso
Stefano Santin: chitarre e drums

02. La 25esima ora

Siamo figli dell’odio, tentiamo di,
cavalcare le onde dell’amore.
Siamo tutti professori, ma nulla c’appartiene,
nemmeno le nostre opinioni,
siamo ospiti alla sagra dei luoghi comuni.

I nostri silenzi, misteriosi perché,
non fanno mai lo stesso rumore,
e renderci felici non è un compito degli altri,
ne siamo gli unici responsabili,
non c’è spazio per comodi alibi.

Noi abbiamo il mondo in mano,
ma lo afferriamo con i guanti,
finché non ci scivola via all’ultimo minuto.
La venticinquesima ora,
è un cimitero di rimpianti,
e nostalgia di qualcosa che non s’è mai vissuto.

Siamo numeri,
intrappolati nei meccanismi rigidi di una calcolatrice,
tutto ormai si può tradurre in cifre,
ma poi per assurdo la teoria,
non coincide con la pratica, 1+1 fa 2 solo in matematica.
In natura ogni eccezione conferma la regola,
non si è mai visto un lupo sbranato da una pecora.

Noi abbiamo il mondo in mano,
ma lo afferriamo con i guanti,
finché non ci scivola via all’ultimo minuto.
La venticinquesima ora,
è un cimitero di rimpianti,
e nostalgia di qualcosa che non s’è mai vissuto.

La venticinquesima ora,
(è un cimitero di rimpianti),
e nostalgia di qualcosa
(che non s’è mai vissuto).

 

Sara Carlesso: voce
Massimo Pinarello: piano elettrico
Matteo Lucconi: basso
Stefano Santin: chitarre e drums

03. Fin qui

Torno sempre dove ho amato la vita,
ai tempi in cui non c’era niente,
ma si condivideva tutto.
Ho colto molte sfumature,
che prima mi sfuggivano,
sull’orlo di un precipizio,
da cui ora mi butto,
per far emergere una parte di me,
mi sento un superstite,
ogni cicatrice è uno spiraglio, ogni lacrima è un proiettile.

Ho attraversato una tempesta,
per arrivare fin qui, ma ora che mi resta?
Pura adrenalina, un fiume in piena,
che mi scorre nelle vene, ma chissà se ne è davvero valsa la pena.

Le cose semplici, le ho rese complicate,
e non gustate con calma, forse dandole per scontate.

Ho attraversato una tempesta,
per arrivare fin qui, ma ora che mi resta?
Avrei dovuto dare meno importanza,
a molte cose, perché quelle che contano non sono tante,
e se ora alzo lo sguardo al cielo vedo,
degli aquiloni che prendono il volo, ma non le distanze.

 

Paolo Antonini: voce
Massimo Pinarello: tastiere
Matteo Beggio: basso
Stefano Santin: chitarre, piano e drums

04. Per sempre

Sfogliando le pagine della mia storia,
asciugo gocce di memoria,
e sotto la pioggia verso lacrime di gioia.
Bevo sorsi di malinconia,
per non dimenticarmi chi sono,
la solitudine può essere un dono.

Mi sento meno solo,
se penso che vivrò per sempre.
In ogni ricordo che affiora,
c’incontreremo ancora, vivrò per sempre.

In un fiore nella roccia quanta forza c’è,
regalerò al mondo il meglio di me.

Morirò inseguendo un sogno,
schiantandomi contro l’orgoglio,
come le onde del mare contro uno scoglio.

Mi sento meno solo,
se penso che vivrò per sempre.
In ogni ricordo che affiora,
c’incontreremo ancora, vivrò per sempre.

In un fiore nella roccia quanta forza c’è,
regalerò al mondo il meglio di me.
In un fiore nella roccia quanta forza c’è,
regalerò al mondo il meglio di me.

Vivrò per sempre,
in ogni ricordo che affiora,
c’incontreremo ancora, vivrò per sempre.

Amami o odiami, vivrò per sempre,
amami o odiami, vivrò per sempre.

 

Diego Zanatta: voce
Muzio Guaragno: basso e tastiera
Andrea Mardegan: ukulele
Stefano Santin: chitarre e drums

05. Chiedilo alla polvere

Non tutti sanno reagire alle conseguenze,
di un errore commesso, ma le esperienze,
ti aprono la mente col piede di porco,
hai mai provato a sederti dalla parte del torto?

Ogni tua decisione l’hai presa o l’hai subita?
Hai permesso al tempo di divorarti gli stimoli?
Hai mai avuto paura di disturbare la tua vita?
O di deludere chi per te l’avrebbe voluta perfetta?

Perché ti hanno spiegato che cos’è,
e poi tu gli hai dato pure retta.

In un attimo la vita ti sfreccia davanti agli occhi,
ne sei il protagonista, o solo uno spettatore?
Prova a vederci chiaro, e se non ti sai rispondere,
mentre il vento soffia, chiedilo alla polvere.

Se al collo sorreggi il peso della tua croce,
e hai un nodo in gola, allora urla ad alta voce,
per rompere le catene dell’abitudine,
sei tu il tuo più severo giudice.

In un attimo la vita ti sfreccia davanti agli occhi,
ne sei il protagonista, o solo uno spettatore?
Prova a vederci chiaro, e se non ti sai rispondere,
mentre il vento soffia, chiedilo alla polvere.

In un attimo la vita ti sfreccia davanti agli occhi,
ne sei il protagonista, o solo uno spettatore?
Prova a vederci chiaro, e se non ti sai rispondere,
mentre il vento soffia, chiedilo alla polvere.

mentre il vento soffia, chiedilo alla polvere.

 

Sara Carlesso: voce
Massimo Pinarello: piano e organo
Matteo Beggio: basso
Stefano Santin: chitarre, basso, synth e drums

06. Un angelo all’inferno

Vedo dei diamanti puri,
nei tuoi occhi ingenui a cui,
è stata tolta l’innocenza.
Piangi tra l’indifferenza,
tante mani strisciano sul tuo corpo,
già scavato dalla sofferenza.

T’insegnerò a sognare, sei un angelo sceso all’inferno,
immagina il profumo della pioggia d’estate,
il mare d’inverno,
perdiamoci in un abbraccio eterno.
Ti tratterò come nessun altro,
vorrei accarezzarti i capelli seccati dalla sabbia,
e dopo ogni bacio sentire il mio nome sussurrato,
danzare sulle tue labbra.

Uccidendo la noia,
vieni travolta dall’entusiasmo.
Può sembrare strano che tu ora abbia voglia,
di far l’amore fino a morire in un orgasmo.

T’insegnerò a sognare, sei un angelo sceso all’inferno,
immagina il profumo della pioggia d’estate,
il mare d’inverno,
perdiamoci in un abbraccio eterno.
Ti tratterò come nessun altro,
vorrei accarezzarti i capelli seccati dalla sabbia,
e dopo ogni bacio sentire il mio nome sussurrato,
danzare sulle tue labbra.

 

Paolo Antonini: voce
Massimo Pinarello: piano elettrico
Stefano Santin: chitarre, basso, tastiere e drums

Liberamente ispirata alla poesia “quando tu già dormi, ragazzo” contenuta nella raccolta “Oltre la solitudine” di Alfonso Malacchini

07. Maschere

Mi affido all’istinto,
anche se spesso,
è alto il prezzo che devo pagare per poter esser me stesso.

La verità brucia,
sotto la cenere,
c’è chi ha bisogno di spegner la tua fiamma per splendere.

Tante maschere e pochi volti,
bei discorsi e grande ipocrisia,
è più dura affrontare la realtà,
che credere ad una bugia.

Con la dignità,
e con l’umiltà,
prendi a schiaffi i sorrisi finti e gentili più che mai.

Non so se capirai,
ma trovo più sincere,
alcune bestemmie rispetto a molte fredde preghiere.

Tante maschere e pochi volti,
bei discorsi e grande ipocrisia,
è più dura affrontare la realtà,
che credere ad una bugia.

Quello che nascondi rivela al mondo chi sei,
e poi in fondo i tuoi peccati non sono più nobili dei miei.

Tante maschere e pochi volti,
bei discorsi e grande ipocrisia,
menti chiuse, bocche aperte,
parlano trovando sempre compagnia.

 

Diego Zanatta: voce
Stefano Santin: chitarre, basso, piano e drums

Intro “Requiem Lacrimosa” di Mozart

08. Scusa

Tu vivi di emozioni,
che non sempre so darti,
troppe volte io ti affronto,
invece di ascoltarti.

Poi mi chiudo nel mio mondo,
fatto di lunghi silenzi,
per orgoglio non cerco neanche di,
capire che cosa pensi.

Scusa, io ti chiedo scusa,
non lo faccio mai,
scusa se da me ricevi,
meno di quello che dai.

Scusa, io ti chiedo scusa,
non lo faccio mai,
scusa se da me ricevi molto,
meno di quello che dai.

E scusa, se ti ho delusa,
se non so capirti,
e per tutte le volte in cui,
oso ferirti.

Perdonami se sono distratto,
e se certe volte non ho tatto,
sono estremo, non ammetto i miei sbagli,
mi lascio accecare dall’ego,
trascuro i piccoli dettagli.
Ma son qui, provo a cambiare, scusami.

Scusa, io ti chiedo scusa,
non lo faccio mai,
scusa se da me ricevi molto,
meno di quello che dai.

E scusa, se ti ho delusa,
se non so capirti,
e per tutte le volte in cui,
oso ferirti.

 

Paolo Antonini: voce e cori
Stefano Santin: chitarre, basso, tastiere e drums

09. La magia del silenzio

Quando esci di casa,
impronte testimoniano i tuoi passi.
Incroci sguardi per strada,
ma ognuno si fa gli affari suoi.

Le parole mai dette a nessuno,
vorresti urlarle al mondo,
o no?
per aprire una porta in ogni muro,
che ti divide da chi ti sta intorno.

Non te ne rendi conto,
ti parlano ma non sei in ascolto,
e quando niente sembra avere un senso,
ti perdi nella magia del silenzio.

Come abbiamo potuto ridurci così?
in perfetti sconosciuti.
Noi qui,
non siamo altro che estranei che si,
riflettono in dei ricordi perduti.

Non te ne rendi conto,
ti parlano ma non sei in ascolto,
e quando niente sembra avere un senso,
ti perdi nella magia del silenzio.

Non te ne rendi conto,
ti parlano ma non sei in ascolto,
e quando niente sembra avere un senso,
ti perdi nella magia del silenzio.

Mettiti in ascolto,
e poi,
apriti al confronto,
sei pronto?

 

Sara Carlesso: voce
Massimo Pinarello: piano elettrico
Mattia Santin: synth
Paolo Antonini: basso
Stefano Santin: chitarre e drums

10. Grazie

L’acqua limpida scorre levigando i sassi,
mentre cerco il mio equilibrio tra alti e bassi,
vengo travolto da domande senza risposta,
scorgo un bivio all’orizzonte se guardo l’oceano dalla costa.

Disegno nuovi sentieri da camminare insieme a piedi nudi,
dove l’amore non è visto come una minaccia,
dove se tu cadi dalle nubi atterri tra le mie braccia.

Grazie di esistere,
mi hai reso un uomo migliore.
Grazie, insieme a te,
la vita ha tutto un altro sapore.

Mi stavo quasi scordando di essere vivo,
ed è grazie a te se oggi,
riesco ancora a sorridere senza motivo,
e se dedico ogni giorno ad un solo obiettivo.

Grazie di esistere,
mi hai reso un uomo migliore.
Grazie, insieme a te,
la vita ha tutto un altro sapore.

Lasciami senza fiato e parole,
sciogli il ghiaccio che c’è nel mio cuore.

Grazie di esistere,
mi hai reso un uomo migliore.
Grazie, insieme a te,
la vita ha tutto un altro sapore.

 

Paolo Antonini: voce e cori
Matteo Lucconi: basso
Mattia Santin: synth
Stefano Santin: chitarre, tastiere e drums

Intro “Le Quattro Stagioni” di Vivaldi

11. Uva acerba

In questo paese per vecchi,
che c’ha addomesticato,
un giovane che non osa ribellarsi,
crescerà mutilato,
e senza voce in capitolo, ma l’antidoto al,
veleno che assorbiamo è pensare in,
grande nel nostro piccolo.

La vita si fa interessante quand’è estrema,
non è la caduta, ma l’atterraggio il vero problema.
Non è vero che ognuno ha quello che si merita,
foglie insanguinate si sdraiano nel fango tra aria gelida.

La polemica del popolo è uva acerba,
il mondo non si cambia, al massimo si governa.

Beata ignoranza, spesso,
confusa per carattere,
quanto talento spreca chi s’arrende senza combattere.

La polemica del popolo è uva acerba,
il mondo non si cambia, al massimo si governa.

Abbi cura di splendere, fallo per chi non c’è più,
ma vive nei ricordi di chi è rimasto quaggiù,
perciò adattarsi va bene, accontentarsi invece, i-i-invece no.

Leggi tra le righe, finché ci sono,
più rane nello stagno,
che feroci occhi della tigre,
più capi privi di carisma che veri leader,
il mondo non si cambia, al massimo si governa.

 

Diego Zanatta: voce
Paolo Antonini: basso e voce
Samuele Callegari: tastiere
Mattia Santin: synth
Stefano Santin: chitarre, synth bass e drums

12. Niente di più

Il tramonto illumina i tuoi occhi profondi,
ed accende il desiderio,
ma più li osservo più mi perdo,
non so quali segreti nascondi.
Mi sei apparsa in sella ad una stella cadente,
e mi son fatto guidare dal tuo profumo,
domini la tempesta nella mia mente.
Giurami che non sei la scheggia di uno specchio,
che s’infrangerà come una promessa.

T’inseguo, ma hai l’aria di chi,
non si fida di nessuno, tranne che di se stessa.

Non mi va d’illudermi,
le favole non esistono,
e forse non esisti nemmeno tu.
Ma non svegliarmi perché,
la realtà è un incubo.
Ti prego, dammi un sogno in cui credere,
non ti chiedo niente di più, di più.

Brilli come la luna di notte per l’energia che hai,
corro, corro, corro ma non ti prendo mai.
Le regole uccidono le relazioni,
ne rubano tutta la spontaneità,
e avvicinandomi a te fuggo dalla normalità.

Non mi va d’illudermi,
le favole non esistono,
e forse non esisti nemmeno tu.
Ma non svegliarmi perché,
la realtà è un incubo.
Ti prego, dammi un sogno in cui credere,
non ti chiedo niente di più, di più.

 

Paolo Antonini: voce
Matteo Beggio: basso
Samuele Callegari: tastiere
Mattia Santin: synth
Stefano Santin: chitarre e drums

13. Il mio posto nel mondo

Ho sempre sudato le mie opportunità,
e la differenza l’ha fatta la mentalità.
Trovare scuse è il passatempo di un perdente,
io non sarò mai un prodotto del mio ambiente.
Ero un leone in gabbia pronto a mordere,
ma la rabbia cieca si può anche accogliere.

Anche se con un dito tocco il cielo,
la montagna più alta rimane dentro di me.
Percorro la via dei sogni infranti,
il mio posto nel mondo non so ancora qual è.

Non ho frequentato l’università,
ma ho preso una laurea sul campo di battaglia.
Questa vita è una lunga lezione di umiltà,
sacrificio e rispetto, due facce della stessa medaglia.
Con fame di vittoria e sete di vendetta,
io mi godo la scalata verso la vetta.

Anche se con un dito tocco il cielo,
la montagna più alta rimane dentro di me.
Percorro la via dei sogni infranti,
il mio posto nel mondo non so ancora qual è.

Anche se con un dito tocco il cielo,
la montagna più alta rimane dentro di me.
Percorro la via dei sogni infranti,
il mio posto nel mondo non so ancora qual è.

 

Diego Zanatta: voce
Samuele Callegari: flauto
Stefano Santin: chitarre, basso, tastiere e drums

14. Lei

Possono due anime riconoscersi sfiorandosi?
E può uno sguardo spalancare una finestra sull’infinito?

Lui è così simile a lei,
nel suo sentirsi diverso,
lei timida, lui introverso,
ma entrambi hanno,
in custodia nel lato sommerso,
sotto la superficie,
le chiavi dell’universo.
Lei gli prestò i suoi occhi,
gli disse di guardare lontano,
lui si perse per tornare,
con un raggio di sole in mano.
L’iceberg continua a galleggiare,
nel mare che hanno dentro,
ma in cui non sanno nuotare, e ora,

Immersa in una piscina piena di liquore,
lei balla senza musica,
Lei balla senza musica
è ubriaca, ma mica stupida,
Lei balla senza musica
ora sa cosa vuole, non è mai stata così lucida.

Nulla accade per caso,
ma non tutto deve avere un significato.
Perché difendersi dalle emozioni,
invece di lasciarsi andare?
E lei, come può riempire il vuoto che la circonda?

Bevendo le ultime lacrime,
sul fondo della bottiglia,
lei riesce ancora,
a sentire il vento dell’oceano,
in una conchiglia,
però fa molta fatica a perdonarsi,
chi non sa amare se stesso,
come può amare gli altri?
E ora vuole uscire dal,
deserto di cui è prigioniera,
ma può darsi,
che non le basti una vita intera.

Lei balla senza musica
Immersa in una piscina piena di liquore,
Lei balla senza musica
lei balla senza musica,
Lei balla senza musica
è ubriaca, ma mica stupida,
Lei balla senza musica
ora sa cosa vuole,
non è mai stata così lucida.

 

Paolo Antonini: voce, cori e basso
Massimo Pinarello: orchestrazione e assolo moog
Mattia Santin: voce parlata
Stefano Santin: chitarre, piano e drums

Testo ispirato da un’idea di Oscar Berti

15. Dentro me

Credo che la vita sia,
come una fotografia,
da sviluppare tra la nostalgia.

Fontane di emozioni,
occasioni ad ogni sfida,
mentre la sabbia scende nella clessidra.

Osservo allo specchio,
la mia immagine nella notte,
nascosta dietro le tenebre,
se chiudo gli occhi,
la luce filtra dalle palpebre,
non ho mai visto un’alba del genere.

Tremo come foglie,
se guardo dentro me, perché so che,
mi potrei perdere in un vortice.

L’anima vola via,
affascinata dalla foschia,
e non c’è limite alla fantasia.

Profonde nella terra,
le mie radici sono solide,
ma sono troppo ambizioso per restare immobile.

Osservo allo specchio,
la mia immagine nella notte,
nascosta dietro le tenebre,
se chiudo gli occhi,
la luce filtra dalle palpebre,
non ho mai visto un’alba del genere.

C’è stata una guerra che mi ha cambiato,
ma non la racconterò,
non mi guardo indietro, perché ci sono già stato,
domani dove sarò?

Tremo come foglie,
se guardo dentro me, perché so che,
mi potrei perdere in un vortice.

Tremo come foglie,
se guardo dentro me, perché so che,
mi potrei perdere in un vortice.

 

Paolo Antonini: voce e cori
Teresa Antonini: cori
Massimo Pinarello: piano
Mattia Santin: synth
Stefano Santin: chitarre, basso, tastiere e drums

16. Corvi e aquile

Questa non è la fine, è l’inizio di un lungo viaggio,
hai il sole in fronte a te, la tua ombra alle spalle.
La tua arma più potente è il coraggio,
non tutti, tu lo sai, diventan farfalle.

Stringiti a te stesso, per riscrivere la tua sorte,
convivi con i demoni che t’assalgono di notte.
Non prenderti sul serio, rapito dall’euforia,
la vera libertà comincia dall’ironia,
quel che ti salva è un briciolo di sana follia.

Parti da un’idea, cattura l’ispirazione,
lancia il tuo messaggio ad ogni provocazione.
Abbandona il consenso, non accontentare tutti,
dimmi che preferisci tra,
un mediocre obbediente e un genio ribelle,
tra l’apatia e i brividi sulla pelle.

Trasforma in forza ciò che ti rende fragile,
confessati su un foglio, sporcalo di sangue e lacrime.
Qualcuno proverà a spezzarti le ali,
solo perché,
in fondo è la cosa più facile,
i corvi non volano con le aquile.

 

Sara Carlesso: voce
Teresa Antonini: cori
Paolo Antonini: cori
Riccardo Antonini: cori
Mattia Santin: cori
Nicolò Santin: cori
Massimo Pinarello: piano
Stefano Santin: chitarre, basso, tastiere, cori e drums